La povertà minorile e la povertà educativa hanno molti volti . Da un lato, la povertà è legata a diverse forme di disuguaglianza: per mancanza di accesso a servizi educativi e a spazi per il tempo libero, mancanza di relazioni. Le competenze dei genitori sono un’altra seria preoccupazione per la cura dei bambini. Sono temi che richiedono strategie originali per affrontare queste sfide, in particolare la sfida della «povertà educativa», con un nuovo modello e nuove pratiche basate sulla solidarietà e sulla collaborazione tra tutti gli stakeholder. Le soluzioni pratiche non dipendono dalle «cose» fornite, ma da come si sviluppano le azioni nelle comunità locali con bambini, genitori, insegnanti, educatori, pro-fessionisti, volontari... I contributi operativi convergono armoniosamente sulla necessità di aprire una nuova fase per la lotta alla povertà dei bambini e delle famiglie coniugando teoria e pratica.
All’interno di questi spazi i bambini e le famiglie possono usufruire di diverse attività: tra cui sostegno allo studio, laboratori artistici e musicali, promozione della lettura, accesso alle nuove tecnologie, gioco e attività motorie.
Negli spazi, dove si tengono corsi, laboratori, eventi, incontri, si offrono consulenze sociali, psicologiche, mediche e di supporto alla genitorialità ai genitori o alle figure adulte di riferimento dei bambini. Vengono inoltre offerte le doti educative: piani formativi personalizzati per bambini che vivono in condizioni certificate di disagio economico, che prevedono, tra gli altri, la partecipazione a attività educative, creative e espressive alle quali i minori si mostrano particolarmente inclini. Il progetto offre ai bambini e ai ragazzi e alle famiglie un luogo dove crescere sani, apprendere e partecipare a tante attività educative e inclusive gratuite.
Tutte le attività del progetto sono gratuite per tutti i partecipanti.
Scuola Elementare del teatro
La resilienza educativa e la comunità educante... si fa rete!
codice azione 08238Seminari tematici, workshop
e gruppo di lavoro sul contrasto della povertà educativa
Dal 15/05/2024 al 18/04/2025 -Sedi:
Istituto comprensivo Gadda Plesso Elsa Morante, via Gramsci 22 Quarto (Na)
Direzione Didattica Statale 2 Circolo di Quarto (NA) Via Crocillo 154 Quarto (Na)
Illuminiamo la vita
Concorso a Tema sul tema della povertà educativa
rivolto alle scuole primarie per l’anno scolastico 2024/2025
L’iniziativa è destinata alle scuole primarie del territorio del comune di Quarto, (NA), ai minori tra i 5 e 10 anni, al fine di promuovere il messaggio contro la povertà educativa, di coesione territoriale e inclusione, che rappresentano l’obiettivo dell’azione. Le opere artistiche, letterarie e performative realizzate da bambini e genitori in collaborazione, dovranno guardare all’altro, a chi resta indietro, alla fragilità di un compagno o di una persona, lavorando sul proprio territorio e guardando con i propri occhi al mondo che ci circonda.
Possono partecipare singole classi di scuole primarie, statali e non statali, di tutto il territorio del comune di Quarto e dei Campi Flegrei (Pozzuoli, Bacoli, Baia) che abbiano aderito al progetto entro la data 30/03/2024.I lavori dovranno essere consegnati entro il 30 giugno 2024.
Per partecipare al concorso Illuminiamo la vita - Concorso a Tema sul tema della povertà educativa la classe/ gli allievi/ genitori dovranno realizzare degli elaborati artistici di vario tipo. I lavori potranno essere consegnati come:
- illustrazioni di qualsiasi genere o tipologia. Le tecniche utilizzate per i disegni non sono soggette a limiti né analogici, né digitali;
- componimenti poetici o racconti brevi che avranno a oggetto il tema stabilito dal regolamento. Le poesie non dovranno superare i trenta versi, i racconti le 800 parole.
- foto o video, eseguite anche con supporti non professionali (come ad es. l’utilizzo dello smartphone). Il formato video, in particolare, potrà riguardare la rappresentazione teatrale su testi inediti o classici, scene di vita fuori o dentro la propria quotidianità, di durata non superiore a cinque minuti.
Il gioco delle Ali
GIOCO DIDATTICO-LUDICO
PER LA PREVENZIONE DEL DISAGIO
ideato da GIUSEPPE ERRICO e ROBERTO SANCHEZ
Il gioco è incentrato su un percorso che i partecipanti, bambini dai 5 ai 10 anni di età, devono seguire lanciando due dadi e muovendosi di un numero di caselle pari alla somma del lancio, per raggiungere l’ultima casella del percorso. Vince chi arriva primo!
Si tratta di un gioco ludico-didattico che ha come tema la prevenzione della salute dei minori. Lo svolgimento è completamente casuale e ai piccoli giocatori non viene richiesta nessuna strategia cognitiva o iniziativa. Proprio per questo motivo è un gioco particolarmente indicato per i bambini più piccoli (5-10 anni) per la divulgazione di temi psicologici, sociali, sanitari.
Il gioco è formato da 36 caselle disposte a spirale e numerate da 1 a 36 Si gioca con due dadi. Le caselle occupate dalle immagini – figure sono 15, ogni casella illustra una situazione-tipo legata ai comportamenti da adottare e alla salute dei bambini. Il piccolo giocatore, man mano, raddoppia il valore ottenuto dai dadi e avanza (buona fortuna !).
Si gioca su un tabellone sul quale è disegnato un percorso a spirale. Le caselle sono contrassegnate con numeri e immagini. I giocatori devono scegliere una pedina e, dopo aver pagato una posta pattuita, partono dalla casella di partenza.
In uno degli angoli esterni, è riportata la scritta “Partenza” e da quel punto sono numerate tutte le caselle dal numero 1 fino al 36; nell'ultima casella rimasta si trova la scritta Arrivo.
Attraverso incontri nelle scuole si punta alla creazione di un gioco didattico per avvicinare i ragazzi a riflettere sul tema della salute. Si gioca su un tabellone rigido sul quale è disegnato un percorso a spirale composto da caselle con personaggi (medici, psicologi, infermieri, oss, docenti) e strumenti vari legati alla cura e al benessere. Le caselle sono contrassegnate con numeri o altri simboli. I ragazzi devono scegliere una pedina e, dopo aver pagato una posta pattuita, partono dalla casella di partenza.
A cura di Roberto Sanchez, artista, grafico
Enti della rete di attuazione:
CreAttivi si diventa... contro il covid-19!
La bellezza è l’antidoto contro la povertà educativa
a cura di Alessandra Maisto, artista
Responsabile di progetto: dott. Giuseppe Errico
Inizio Laboratorio: 7 Luglio 2023 – ore
10.00
Sede: Istituto Comprensivo Statale 3° Gadda (Quarto)
Arte come risposta alla povertà educativa
Per combattere innanzitutto la povertà educativa occorre l'arte e la creatività: i bambini possono "sporcare", disegnare, cantare, danzare, recitare e molto altro ancora combattendo con la bellezza della creatività il brutto della povertà educativa. Attraverso le diverse discipline pittoriche, soprattutto, i più piccoli si mettono in gioco senza neanche sapere cosa siano muri, diversità, emarginazione. Il laboratorio dedicato ai bambini, nelle scuole, con le famiglie, educa tutti alla solidarietà e alla coesione sociale. Occorre avvicinarsi alla bellezza e all’arte, al di là di ogni diversità culturale, sociale ed economica. L'attività rappresenta per i nostri bambini un’opportunità straordinaria per esprimere la propria creatività e le proprie emozioni, scoprire e sviluppare le proprie capacità e crescere in maniera armonica, felice e consapevole, all’insegna della "affettività" e dell’inclusione. All’interno di tale itinerario che dura due anni, i bambini imparano a conoscersi, a mostrarsi agli altri con spontaneità, ad accettare le debolezze e le differenze, vivendole come risorsa e non come un limite. Grazie al linguaggio universale dell’arte, sperimentano in un’esperienza concreta che ciascuno è parte di un tutto e che il mondo è pieno di meraviglie e bellezze.
Il laboratorio si tiene ogni venerdì della settimana dalle ore 10 alle 11,30
Progetto finanziato dall’Unione europea - Next Generation EU-
PNRR M5C3 - Investimento 1.3 - Interventi socio-educativi strutturati per combattere la povertà educativa nel Mezzogiorno a sostegno del Terzo Settore
Mitologia, astronomia e spiritualità si uniscono nelle opere di Alessandra Maisto, artista Italiana, classe 1990, nata a Napoli dove frequenta l'Accademia di Belle Arti, conseguendo la laurea in arti visive. Proprio sullo scenario partenopeo l'artista sviluppa la sua visione dell'arte entrando in contatto con i maestri dell'informale Napoletano ed approdando ad un proprio stile e una propria dinamica lavorativa. Il suo operato artistico si apre al piano spirituale, spalanca una porta innalzando spirito e corpo oltre il mondo spicciolo e corrotto che circonda l'essere umano. Una sorta di elevazione che trascina con sé la dimensione materiale intrinseca dell'uomo, con le proprie paure e insicurezze, e contemporaneamente lo rende parte integrante della natura stessa, un lieve ma anche traumatico ritorno all'origine. Tutto questo processo viene elaborato come una sorta di rito, l'atto del cerimoniale, funzione radicata in tutto sud italia. In questo modo l'artista rievoca le sue radici, ma facendone un uso proprio, inserendo le proprie installazioni in una sorta di reliquiari contemporanei, creando così il proprio culto. L'energia e il rapporto manicheo tra luce e tenebre, la sua natura sperimentatrice, la conduce ad affiancare diversi materiali passando dalla pittura all'installazione. Sul piano bidimensionale la pittura si fonde alla stoffa grezza, talvolta sommersa da cera fusa, creando effetti irripetibili. Terre sciolte, colori ad olio e oro diventano simbolo. Il simbolismo utilizzato è quello degli studi sul sacro, ma anche quello della mitologia e delle credenze popolari. La mandorla dorata che prende sembianze di occhio è ormai divenuto sigillo delle sue opere, in modi differenti, talvolta riempiendo lo spazio circostante, come in alcune tele o addirittura in un'installazione di Land Art presente sul territorio flegreo, altre volte divenendo così piccola da mimetizzarsi nell'opera, spingendo lo spettatore alla ricerca di quel segno distintivo. La stoffa utilizzata da supporto pittorico fuoriesce dal telaio per diventare membro dell'installazione, portando alla memoria la semplicità e quel senso di mistero tipico dei riti di un tempo. La tela diventa sudario del Cristo e si incrocia con quella usata per la lavorazione del pane, ed ancora diviene elogio al parto, e quindi alla nascita, fino a divenire reliquia nuovamente. Nel suo atelier a Napoli, Alessandra Maisto lavora attivamente facendo dell'arte il suo unico lavoro. Espone a Trapani con una personale, poi Roma, Firenze, Milano e naturalmente Napoli.
Offrire la possibilità ai bambini di creare liberamente, aiutandoli così a elaborare l’esperienza e a recuperare fiducia, creatività e ottimismo
Lavorando con gli artisti, sempre insieme agli esperti (Alessandra Maisto), permette ai bambini di riscoprire la bellezza dello stare insieme, del creare insieme, della scoperta dei colori della vita.
Durante gli incontri saranno esplorare gli aspetti meno approfonditi della salute mentale con l’aiuto di professionisti del settore.
Trattasi di un ciclo di incontri informativi, divulgativi e formativi sulla Salute Psicologica con medici, neuropsichiatri infantili, operatori sanitari, giornalisti, psicoterapeuti e psicologi a cura della professoressa di neuropsichiatria infantile Carmela Bravaccio dell'Università degli studi di Napoli "Federico II" (Dipartimento scienze mediche e traslazionali) e dallo psicologo e psicoterapeuta Giuseppe Errico, responsabile di progetto.
Il primo appuntamento, a cura del dottore Giuseppe Errico, tratterà il tema delle pratiche della cura personale, per la tutela e la promozione del benessere psicologico e sociale delle famiglie. Durante gli incontri saranno esplorare gli aspetti meno approfonditi della salute mentale con l’aiuto di professionisti del settore.
Data di inizio attività: 10 LUGLIO 2023 H. 10.00
Per iscrizioni:
Comune di Quarto - Via Giorgio De Falco, n.16 Quarto
Lunedì e Venerdì (dalle ore 10 alle 13)
Cell. 349 231 1622 (Operatore: Domenico Cenerelli)
Avviso Pubblico
"Ciò che si è perso – ciò che si è trovato"
Ali per il futuro contro la povertà educativa
Codice progetto: 2022-PEM-00006 - CUP E84C22001800004
La povertà nell’infanzia e la povertà educativa hanno molte facce. È anche legata al fatto di non avere accesso ai servizi educativi e agli spazi per il tempo libero, alla mancanza di relazioni reali e all’analfabetismo emotivo. La povertà dei genitori è un’altra seria preoccupazione, che può anche trasformarsi in fenomeni crescenti come la violenza, gli abusi e i maltrattamenti. Queste problematiche richiedono strategie rinnovate che superano le tradizionali forme di intervento con un nuovo modello di rigenerazione e solidarietà, basato sulla cura e la relazione, capace di generare empowerment e rafforzare le comunità.
Un’educazione di qualità, per grandi e piccoli non può prescindere da alcuni principi di base. Occorre co-progettare un nuovo modo di abitare lo spazio esistente e un ciclo di nuove attività, accogliendo bisogni e domande dei genitori e costruendo ipotesi di attività stimolanti e interessanti, incentrate soprattutto sulla valorizzazione della relazione mamma-bambino e sul potenziamento delle capacità genitoriali. Occorre mettere al primo posto i diritti dell’infanzia, come tutelarli e promuoverli nei contesti cittadini. Per una educazione di qualità è fondamentale che i genitori sappiano:
Povertà sociali e relazionali
La povertà dei sentimenti è in parte connessa alla rete internet che sempre più frequentemente «intrappola» i minorenni, anche da età precoci (8-10 anni) in esperienze quali il gioco d’azzardo, la pedopornografia e l’adescamento online, il sexting e il commercio di foto, video che coinvolge un enorme giro di denaro. Chat di ogni tipo dove rigurgitano parole scritte nell’onnipresenza sulla rete, la piazza virtuale dove esserci sempre è diventata per i minori sinonimo stesso di esistere. Sono connessi a molte ore del giorno, in contatto con decine di coetanei e non, con il telefono in mano, in relazione con il mondo, ma soli. È in questa solitudine che risiede il pericolo più grande. È una solitudine dove le parole non dette sono tante, quelle ingoiate che permettono ai bulli di avere la meglio in una relazione virtuale dove la relazione si trasforma in ostilità denigratoria. Nella maggior parte dei casi i genitori sono ignari dei pericoli che i loro figli incontrano nella rete e non li mettono in guardia né li controllano.
Sappiamo anche che, tra i tanti volti delle povertà, oltre alle citate differenze geografiche e di genere, dobbiamo segnalare quelle sociali e relazionali, in aggiunta alle esperienze culturali in senso generale. Povertà è non andare a scuola e non sapere leggere, ma anche rimanere analfabeti funzionali. È privazione delle possibilità di apprendere. È non poter sperimentare, viaggiare, beneficiare di vacanze, di libri (una famiglia su dieci non ha nemmeno un libro in casa), cinema, occasioni e luoghi di aggregazione educativa. È non avere cortili, aree verdi, spazi per giocare e per lo sport.Riconoscere, accettare e vivere le nostre emozioni a
pieno ci renderà più forti, resilienti e consapevoli del valore
dell’altro.
A cura di Giuseppe Errico
Da più di trent’anni si occupa di psicoterapia e salute (campo sanitario), progettazione e ricerca nel campo psicologico-psichiatrico, di politiche sociali (ha diretto numerosi servizi sociali sperimentali per conto di Enti pubblici della Campania). E’ costantemente impegnato per l’innovazione del welfare comunitario con particolare riferimento ai temi del disagio sociale, della salute e della sofferenza psichica.
Fondatore e Presidente dell’Istituto di Psicologia e Ricerche Sociosanitarie I.P.E R.S (2008), socio-fondatore dell’associazione di promozionale sociale Agenzia Arcipelago di Napoli (1999) e socio ordinario della Società Italiana di Psicopatologia (SOPSI).
Ha collaborato con il Dipartimento Salute Pubblica (Facoltà di Medicina e Chirurgia – Università degli studi “Federico II” di Napoli – prof. Francesco Corcione – prof. Umbero Bracale).
Attualmente collabora con il Centro Coordinamento Regionale Malattie Rare (Azienda Ospedaliera dei Colli), il Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali dell’Università degli studi Federico II (Unità di Neuropsichiatria Infantile), l’ Ordine Professionale Interprovinciale dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione di Napoli, Avellino, Benevento e Caserta, la Fondazione Centro Studi Valetudo Ricerca e Sviluppo Professioni sanitarie.
Ha curato, durante il periodo della Pandemia, numerosi sportelli psicologici per studenti e genitori.
A partire dal 1985 ha ideato 256 progetti nel campo sociale e sanitario, pubblicato 60 articoli scientifici e 10 volumi nel campo delle scienze umane (psicologia, psicoterapia).
Da circa 5 anni è impegnato in una ricerca-studio sulla sofferenza del “tempo vissuto” dei pazienti.
Incontri in classe
Contro l'Analfabetismo emotivo dei ragazzi
Un volto della povertà immateriale che richiede una particolare attenzione, in quanto costituisce una grave emergenza, è oggi l’analfabetismo emotivo, l’incapacità di riconoscere e nominare i sentimenti, negli adulti e nei bambini e di assumere la responsabilità dei comportamenti messi in atto in conseguenza dei sentimenti provati. Una scuola e una famiglia più attente all’educazione del cuore insegnano a non negare o tacere le emozioni, a non reprimere quegli stati d’animo. Il compito educativo si manifesta nell’accompagnare i ragazzi a riservare un ruolo significativo alla vita emotiva nella loro esistenza, assumendone la responsabilità. A causa della “trascuratezza” educativa nei confronti della vita emotiva, i ragazzi possono perdere gli alfabeti attraverso cui leggere i sentimenti propri e quelli altrui. Il predominio di un sapere volto all’utile, al calcolo, dimentica che “le emozioni, i sentimenti ci fanno conoscere che cosa ci sia nel cuore e nell’immaginazione degli altri-da-noi» (Borgna E., 2003). L’ascolto di sé è una pratica desueta nei ragazzi e tuttavia il silenzio è indispensabile per dare voce alle tonalità emotive. Una formazione che trascuri le tonalità emotive ossia quei moti dell’animo che coinvolgono l’esistenza consentendo di regolare le relazioni con il mondo e con gli altri, finisce per destituire il senso dei sentimenti. L’educazione ai sentimenti si configura quindi primariamente come un accompagnamento a coltivare la propria interiorità e l’ascolto di sé. Nella fretta che incalza i nostri ritmi di vita, nella smania di consumare immediatamente molteplici esperienze, le ferite finiscono per non avere il tempo necessario per rimarginarsi. Per ridare dignità ai sentimenti occorre prendersi cura delle parole: non solo delle parole che spiegano, ma anche delle parole sussurrate che parlano il linguaggio dell’empatia, della condivisione, della solidarietà. Quelle parole sono forse in grado di colmare quel vuoto interiore che i minori feriti non riescono a riempire tramite il lessico codificato dei cellulari, di twitter, di facebook.
E' il Responsabile Amministrativo -Finanziario dell'aps Agenzia Arcipelago.
Si occupa di attività di analisi e ricerca finanziamenti, predisposizione progetti e piani economici, redazione ed analisi budget, rapporti con Enti ed Istituzioni, attività amministrativa e contabile, redazione rendiconti, redazione dichiarazioni fiscali e coordinamento economico dei progetti.
Da più di trent’anni si occupa di prassi terapeutiche, ricerca nel campo psicologico, politiche sociali (ha diretto numerosi servizi sociali sperimentali per conto di Enti pubblici della Campania) e azioni di welfare con particolare riferimento ai temi del disagio, salute e della sofferenza psichica. Fondatore e Presidente dell’Istituto di Psicologia e Ricerche Sociosanitarie I.P.E R.S (2008), socio-fondatore dell’associazione di promozionale sociale Agenzia Arcipelago di Napoli (1999) e socio ordinario della Società Italiana di Psicopatologia (SOPSI). Attualmente collabora con il Dipartimento Salute Pubblica (Facoltà di Medicina e Chirurgia – Università degli studi “Federico II” di Napoli), il Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali (Unità di Neuropsichiatria Infantile - Università degli studi Federico II - Facoltà di Medicina e Chirurgia), l’ Ordine Professionale Interprovinciale dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione di Napoli, Avellino, Benevento e Caserta, Fondazione Centro Studi Valetudo Ricerca e Sviluppo Professioni sanitarie (Napoli), il Centro Coordinamento Regionale Malattie Rare (Azienda Ospedaliera dei Colli), sui temi dell’assistenza psicologica, la progettazione sanitaria, il disagio psichico, il sostegno all’inclusione per le fasce deboli.
Ha curato, durante il periodo della Pandemia, 4 sportelli psicologici per studenti, docenti e genitori.
Ha ideato 240 progetti nel campo sociale e sanitario, pubblicato 50 articoli scientifici e 10 volumi nel campo delle scienze umane (psicologia, psicoterapia).
Nata a Minturno (prov.Latina) è laureata in Giurisprudenza. Formatrice nel campo sociale per Quadri, Dirigenti, Amministratori pubblici Esperta in legislazione sociale (legge 328/00) e Enti no profit (Amministrazione e gestione) e programmazione di Politiche Sociali. Nel 1999 ha fondato l’Associazione Agenzia Arcipelago Onlus [Progettazione, Formazione ed Interventi di Solidarietà Sociale] con una equipe di psicologi, medici e operatori sociali. A partire dal 1999 al 2022 ha diretto numerosi servizi per minori e le famiglie a rischio, servizi pubblici nel campo dei servizi sociali per conto di Enti pubblici e Enti No profit (Provincia di Napoli, Comune di Melito, Caivano, Campodimele, Qualiano, Vico Equense, Villaricca, Mugnano, Vico Equense, Casandrino, Sant’Antimo, Sant’Arpino, Cesa, Calvizzano, ecc.). Ha ideato e diretto numerose campagne informative e di sensibilizzazione in campo culturale e sociale per l’infanzia e l'adolescenza nel campo della prevenzione sociale. Dal 1999 al 2023 ha ideato e diretto 92 corsi formativi (Fondo Sociale Europeo), nel campo delle politiche sociali e scolastiche per docenti e operatori degli istituti scolastici della Campania.
E’ Presidente dell’Associazione di promozione sociale Agenzia Arcipelago e, dal 2009, consulente esterno dell’I.P.E R.S. – Istituto di psicologia e ricerche socio sanitarie di Formia (Latina).
Dal 2005 collabora, come consulente, con numerosi organismi del terzo settore nei settori della progettazione e della programmazione sociale.
Coordinatrice, dal 2009, del Festival internazionale della fiaba “Un paese incantato” del Comune di Campodimele (XIII edizioni).
E’ stata direttrice del progetto triennale sulla dispersione scolastica in Campania “La strada maestra” finanziato della Fondazione con il Sud di Roma. Dal 1999 al 2005 è stata fondatrice e coordinatrice dei Festival Nazionale Teatri delle Diversità (VI edizioni). Ha curato 20 pubblicazioni scientifiche e divulgative per la promozione di servizi e politiche sociali. Autrice del volume scientifico, di concerto con lo psicologo Giuseppe Errico, “Le dimensioni multiple della pratica sociale” (Città del Sole, Napoli, 2006).
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